Un pomeriggio ricco di spunti interessanti quello che si è tenuto a Viterbo il 22 maggio 2017, presso palazzo Brugiotti, dove l’Associazione Italiana Sindrome X Fragile ha organizzato un convegno dal titolo “Ve.La: Verso l’Autonomia” per parlare di persone giovani e adulte con disabilità intellettiva, dopo di noi ed esperienze positive in termini di sviluppo cognitivo, crescita personale e inclusione sociale.

Ha aperto i lavori il moderatore del dibattito Luca Poleggi, adetto stampa della Asl di Viterbo: “A quasi 40 anni dalla legge Basaglia – ha spiegato – facciamo il punto di quanto si deve ancora fare per l’inclusione delle persone con disabilità intellettiva, ma anche di quanto è stato fatto in termini di buone prassi in Italia”. A parlare di un progetto pilota, realizzato nella provincia di Cuneo dal nome “Ve.La Verso l’Autonomia” è stata la docente di pedagogia speciale dell’Università di Torino Cecilia Marchisio, neo membro del comitato scientifico dell’Associazione Italiana Sindrome X Fragile. Il progetto, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (CRC), è stato realizzato dal dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino in rete con tutte le realtà territoriali della provincia piemontese. Sono quattro le azioni fondamentali di Ve.La presentate dalla professoressa Marchisio: “Costruire, lavorare, abitare – rivolte a persone con disabilità intellettiva – e promuovere – rivolta invece a tutta la cittadinanza. L’azione costruire è finalizzata a promuovere un percorso di empowerment per le famiglie con minori con disabilità affinchè possano costruire un futuro di autonomia e vita indipendente per i loro figli; le azioni lavorare e abitare sono due filoni dello stesso percorso orientato a garantire la vita indipendente di giovani tra i 18 e i 35 anni con disabilità intellettiva a prescindere dalla patologia e dalla gravità”. La promozione invece mira a promuovere una diversa visione delle persone con disabilità che superi la semantica del bisogno, degli ‘sfortunati’ per entrare nella semantica dei diritti. L’innovazione del progetto consiste nel centrare il lavoro non sulla persona con disabilità bensì sul contesto in cui vive, non si tratta di trasmettere competenze o abilità ma di orientare ed accompagnare la persona nella difficile transizione all’età adulta.

Alessia Brunetti, presidente dell’Associazione che ha organizzato l’evento, ha presentato il progetto del Vedo Curriculum. “Chiediamo alle persone con disabilità intellettiva uno sforzo enorme, – ha spiegato- e sappiamo che è la via giusta. L’obiettivo è vivere nel mondo dove vivono anche tutti gli altri, non in scuole e percorsi speciali che isolano e che di fatto sono un fallimento. Per il Vedo Curriculum siamo partiti dalla domanda: I nostri figli con sindrome X Fragile possono lavorare?. La risposta non è stata semplice, gli stessi genitori non credevano potesse essere possibile”. Il progetto invece ha realizzato dei video dove sono state evidenziate le competenze e le capacità dei giovani e adulti con sindrome X Fragile che si sono resi disponibili a partecipare all’iniziativa. “E la risposta – ha sottolineato la presidente dell’Associazione Italiana Sindrome X Fragile – è stata che sì, tutti possono diventare lavoratori”. Il convegno si è chiuso con una proposta rivolta al comune di Viterbo, presente in sala nella persona del vice sindaco Luisa Ciambella e del consigliere comunale Chiara Frontini oltre alle numerose associazioni del terzo settore che hanno dato il loro patrocinio al convegno: “Il prossimo anno si celebrano i 40 anni della legge Basaglia, – ha concluso Brunetti – sarebbe bello che a Viterbo si tenesse una settimana di riflessione sulle buone pratiche della inclusione sociale delle persone con disabilità intellettiva e psichica, perché crediamo che sia fondamentale imparare da esperienze positive ed efficaci come quelle raccontate oggi. Ha ragione il Comitato di esperti quando dice, nel testo delle raccomandazioni all’Italia sulla attuazione della convenzione ONU sui diritti dei disabili, che è necessario un cambio di paradigma: vogliamo che il mondo dei disabili non sia visto come un peso ma come una ricchezza, un di più che può portare alla collettività, vogliamo dare, non chiedere”.

Autonomia, dopo di noi e inclusione sociale al convegno “Ve.La: Verso l’Autonomia” tenutosi il 22 maggio a Viterbo