Giorgio Albertini, il “Patch Adams” di Roma dei bambini con patologie neurologiche 

[2 marzo 2017] Da molti anni Direttore del dipartimento di neuroriabilitazione pediatrica presso l’istituto San Raffaele Pisana di Roma, il professor Giorgio Albertini è deceduto nei giorni scorsi all’età di 63 anni.

La notizia ha destato molta commozione anche all’interno della nostra Associazione con cui Giorgio Albertini ha collaborato a partire dal 2009 all’interno del progetto  “Il filo di Arianna”, svolto in collaborazione con il Prof. Nicola Cuomo, Università di Bologna, Dipartimento di Scienze dell’Educazione, e con il Prof. Gianni Biondi, allora direttore dell’Unità Ospedaliera di Psicologia Pediatrica del Bambin Gesù. Un progetto di ricerca multidisciplinare, per lo sviluppo di programmi educativi per le persone con Ritardo Cognitivo o Difficoltà di Apprendimento. L’esperienza, protrattasi fino al 2012, ci ha fatto conoscere e apprezzare, incontro dopo incontro, la sua competenza, la generosità d’animo e l’amore per la sua professione.

Abbiamo incontrato il suo sorriso quando ci parlava di “diverse intelligenze”, contrapponendosi allo sbrigativo e conclusivo concetto di ritardo mentale.

Conosceva profondamente complessità, fragilità e bisogni che migliaia di genitori, come noi, rimettevano nelle sue mani con incondizionata fiducia, per una prospettiva di vita migliore per i propri figli. In lui abbiamo sempre trovato rispetto, un ascolto attento e la restituzione di risposte di significato, quello che altrove avevamo spesso cercato invano.

Nel 2013 era stato invitato a far parte del Comitato scientifico dell’Associazione, ruolo che aveva accolto con gratitudine, nella prospettiva di una collaborazione continuativa.

Nel 2014 aveva collaborato alla stesura del volume “Oltre l’X Fragile – Conoscere, capire, crescere: un percorso possibile verso l’autonomia”, occupandosi degli “Aspetti neurobiologici e riabilitativi” legati alla Sindrome X Fragile.

Tra questi, anche negli incontri legati al progetto pedagogico, aveva costante evidenza il “Modello lifespan”, cioè la necessità che la persona venga seguita, con i supporti più opportuni e adatti alle varie età e ai contesti, durante tutte le fasi della sua vita.

Abbiamo imparato molto da lui e con lui, continuiamo a camminare con sicurezza alla luce delle sue parole.